“Me ne frego di quel che succede nel resto del mondo, a me importa solo di quello che accade a casa mia”, disse il tuttologo, con indosso una maglietta cucita in Bangladesh usando cotone pakistano, e in tasca un cellulare progettato negli Stati Uniti e costruito a Taiwan, e al polso un orologio composto da oro estratto in Burkina Faso, mentre alla guida di un’auto assemblata in Germania, ricorrendo a metalli semilavorati provenienti dall’India e pneumatici di gomma della Malesia, mossa da petrolio estratto in Qatar, si recava al ristorante di proprietà giapponese a mangiare un bel piatto di pasta di grano raccolto in Ucraina seduto su una sedia di legno importato dal Brasile. Passo.
Radio Londra
La terza faccia della medaglia!
04/09/2016
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